Questo sito web utilizza Cookies per mantenere la sessione di navigazione attiva e consentire la funzione di Login. Per acconsentire all'uso di essi basta semplicemente navigare all'interno del sito web oppure cliccare su "Chiudi", altrimenti si consiglia di non proseguire con la navigazione.

Spigolature: Spending Review

Un’Italia più equivalente a cura di G.Pepe in sito Repubblica

http://pepe.blogautore.repubblica.it/2012/08/16/unitalia-piu-equivalente/?ref=HREC2-13

Inizia l’era italiana del farmaco generico, oppure detto equivalente e comunque senza il nome

di marca? Staremo a vedere. Il fatto certo è che da adesso in poi – in base alle norme previste

sulla spending rewiev – i medici dovranno prescrivere nella ricetta rosa il farmaco generico e il

farmacista dovrà dispensare quello meno costoso. Ma attenzione: il camice bianco ha

comunque la possibilità di indicare un farmaco preciso – di marca – se ritiene che non sia

sostituibile. In ogni caso la regola non sarà applicata alle terapie già in corso con medicinali

“griffati”.

Contro questa decisione del governo si oppongono duramente i medici, gli industriali del

farmaco e i farmacisti. E ognuno ha buone ragioni per protestare: i medici perché ritengono

che in tal modo viene messa in discussione la loro autonomia professionale e prescrittiva, le

aziende perché si riducono e non di poco i loro margini di profitto (e, come ho già scritto, va

tenuto presente che i posti di lavoro in questo settore sono calati di circa il 15 per cento

finora), i farmacisti per solidarietà con gli altri, anche se la loro rabbia risale alla revisione della

pianta organica dei punti vendita per numero di abitanti.

Eppure hanno torto tutti: medici, industriali e farmacisti. Perché è soprattutto loro la

responsabilità di questa situazione.

La normativa sui generici risale al 1965 però in Italia è stata recepita soltanto nel 1991. Da

allora siamo rimasti in coda in Europa nel consumo di questi medicinali: appena il 13 per cento

del totale dei farmaci venduti. Contro quasi il 70 per cento della Germania. Per non dire degli

Usa, dove si arriva al 90 per cento.

Allora, domando: i pazienti tedeschi sono di bocca più buona degli italiani? Oppure sono più

informati e si fidano anche dei generici, che di solito vengono prodotti da aziende di solito nate

da qualche “costola” delle multinazionali?

E i medici tedeschi perché non si sentono vittime di “lesa maestà” professionale quando

prescrivono i generici? Sono meno preparati dei nostri? Oppure meno accondiscendenti?

E le aziende italiane, sapendo che ormai di farmaci nuovi ne escono sul mercato davvero pochi,

e che quelli a scadenza di brevetto erano la maggioranza, perché non si sono organizzate per

tempo, adeguando la filiera produttiva alle nuove necessità?

La realtà è che mantenere forte la domanda e l’offerta sui prodotti “firmati” ha fatto comodo a

molti, e che in Italia per decenni ha resistito un patto (talvolta truffaldino, come confermano i

troppi scandali farmaceutici), per mantenere lo status quo.

Però era evidente da tempo che la situazione non poteva durare più a lungo. Soprattutto dalla

nascita dell’Unione Europea, era chiaro che ogni Paese si sarebbe dovuto allineare, in tutti i

campi.

Noi siamo gli ultimi nei generici e di fronte ad una spesa sanitaria tra le più alte, come non

pensare che prima o poi si sarebbe intervenuti con decisioni nette anche sulla produzione e

distribuzione dei farmaci? La mancanza di una visione strategica, l’incapacità di vedere cosa

accade oltre frontiera, mostrano adesso tutti i loro limiti.

Non sono certo io a dire che se spendiamo troppo, è colpa dell’industria farmaceutica, che anzi

ha già dato molto. Come sono convinto che i tagli devono, dovranno essere più massicci

laddove la spesa sanitaria viene gestita da regioni, assessorati, direzioni sanitarie. Ma chiedere

questo non significa che la norma sui generici sia sbagliata. È esattamente il contrario: perché

questa novità rappresenta un altro passo per rendere l’Italia più “equivalente” rispetto

all’Europa.

 

Altroconsumo.http://www.quotidianosanita.it/

 “Il risparmio per il pubblico e per i singoli consumatori ci sarà: nel 2011 i cittadini hanno speso 1,32 milioni di euro tra ticket e quota a carico del paziente per aver scelto la specialità di marca invece che il generico, quasi sempre senza un motivo clinico. Un aumento del 13,3% rispetto al 2010”, afferma l’associazione dei consumatori.

Per Altroconsumo sono tre le ragioni principali per appoggiare il provvedimento:

1. “meglio spingere il medico a usare il nome del principio attivo e non il nome di fantasia dei

farmaci: questo aiuta il paziente a capire che cosa si sta assumendo, diminuisce il rischio di

prendere lo stesso principio attivo attraverso farmaci diversi, rende il cittadino più

consapevole”;

2. “bisogna incoraggiare l’uso di farmaci equivalenti (o generici) al posto dei farmaci di marca:

l’equivalente acquistato in farmacia ha tutte le caratteristiche di sicurezza ed efficacia che

hanno i farmaci di marca ed è prodotto e garantito esattamente allo stesso modo”;

3. “è così che si incide sulla spesa senza peggiorare la qualità della cura: utilizzare

maggiormente i farmaci equivalenti è certamente uno di questi”.

“E’ un’abitudine che ha stentato ad affermarsi, quella di acquistare il generico o equivalente,

sin dall’apertura del mercato italiano ai farmaci generici più di dieci anni fa. Il freno posto alla

divulgazione dell’esistenza di alternative altrettanto efficaci alla scelta di marca – ha concluso

Altroconsumo - ha inesorabilmente fatto sentire i proprio effetti, con una crescita costante

della spesa farmaceutica territoriale privata (pagata direttamente dai cittadini) anno dopo

anno”.


Medici di MG o di “famiglia”: nuovo ruolo in un nuovo contesto sociale

Saffi Ettore Giustini, Medico di MG, Consulente AIFA”Cure Primarie”

I malati cronici e l’invecchiamento della popolazione costringono ogni sistema a rimodulare

l’assetto organizzativo territoriale anche se con notevoli difficoltà, dato il momento di crisi

generale.È sotto gli occhi di tutti che i medici fanno una gran quantità di prestazioni “fuori

ruolo”.

Dobbiamo invertire la tendenza allo sfruttamento intensivo a fini meramente burocratici della

nostra categoria. … Qualche anno fa’ or sono Annals of Internal Medicine era uscita con un

articolo dal titolo: “Primary care: the next renaissance”; una rinascita che dovrà basarsi su

sette fondamentali principi:

1. il sistema sanitario deve essere organizzato per rispondere ai bisogni dei pazienti;

2. l’obiettivo del sistema delle cure primarie deve essere l’erogazione di un’assistenza di

altissima qualità, documentata da risultati misurabili;

3. l’informazione e i sistemi informatici devono essere la spina dorsale dell’attività delle cure

primarie;

4. l’attuale sistema sanitario deve essere ricostruito;

5. il finanziamento del sistema sanitario deve supportare cure primarie di eccellenza;

6. la formazione nelle cure primarie deve essere rivitalizzata, con una particolare attenzione ai

nuovi modelli di erogazione dei servizi e a training effettuato dove si praticano cure primarie di

eccellenza;

7. il valore della pratica delle cure primarie deve essere continuamente migliorato,

documentato e comunicato.*

Oggi al sistema delle cure primarie viene richiesto molto. È una pressione esercitata su diversi

piani: la programmazione e la valutazione dei bisogni dei cittadini, anche ai fini della

definizione delle priorità; l’appropriatezza, l’uso razionale delle risorse e il filtro verso le cure

secondarie e terziarie; il coordinamento, la continuità delle cure e la gestione complessiva dei

percorsi assistenziali, a partire dal primo contatto con il paziente.

La realizzazione di una efficace sanità di iniziativa necessita la disponibilità di numerose

risorse come la disponibilità di spazi per attività sanitarie (strutture); apparecchiature

diagnostiche e relativo materiale d’uso (personale addetto) e/o consulenze specialistiche;

supporto informatico, informativo, formativo e, in modo particolare di una forte

motivazione e di una grande adesione degli operatori sanitari coinvolti.

 

QUOTIDIANO SANITA’ 1 AGO -  LETTERA APERTA DI SAFFI ETTORE GIUSTINI

Gentile Direttore,
sulla “Revisione della spesa in sanità” (la Spending Review) si sono dette e si diranno tante di quelle cose che non è proprio il caso di aggiungere altro.
Lo scopo delle righe che seguono è solo di dare un contributo e provare a fare chiarezza su un aspetto che credo sia “squisitamente tecnico” legato al Software o alla Cartella Clinica del Medico di famiglia su cui prevalgono le troppe inesattezze trascurando il vero problema.

Riporto per completezza l’art 11-bis incriminato:
Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti, è tenuto ad indicare nella ricetta del Servizio Sanitario Nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. L'eventuale prescrizione di uno specifico medicinale tra quelli equivalenti deve essere giustificata dal medico con sintetica motivazione scritta.

Su molte fonti di informazione fra cui su un ordine del giorno del 4 Agosto della Camera dei deputati si leggeva: 
suddetta prescrizione normativa, come lamentato da diverse sigle rappresentanti dei medici, produrrà un cospicuo aumento dei costi a carico delle amministrazioni regionali e nazionali poiché le software house delle cartelle cliniche informatizzate dovranno totalmente modificare i software gestionali al fine di consentire al medico di prescrivere il principio attivo, oggi non codificato nel software in quanto non previsto da nessun nomenclatore in uso.

Molte inesattezze e confondi menti. Per esempio, la cartella Clinica che io uso come moltissimi medici di MG (mi sembrano oltre 16mila), MilleWin è già in grado di stampare il principio attivo, così come mi risulta la stragrande maggioranza dei SW in uso ai Medici di famiglia .
Il vero problema “tecnico” legato alla prescrizione del “Principio attivo”, che deve essere al più presto affrontato fra le SH con SOGEI è un altro. Da più di un anno si è avviato o è in corso di avviamento su tutto il territorio nazionale, il Progetto conosciuto come e-Prescription che prevede l’invio telematico della ricetta al MEF. Requisito fondamentale del Progetto è che nelle Prescrizioni Terapeutiche (Farmaci) inviate telematicamente ci sia “obbligatoriamente” (altrimenti la ricetta viene scartata come non valida) il cod. MINSAN del Farmaco cosa impossibile se si indica il solo principio attivo.

Infatti al quesito: “Ma come saranno trattate e prescrizioni farmaceutiche del solo principio attivo che vi giungono senza codice MINSAN ?”
Segue Risposta: “E' una nuova norma della Spending Review e ne stiamo parlando con il Ministero della Salute e con la Ragioneria dello Stato. Al momento non abbiamo informazioni”.

 

 

La guerra dei "generici". Aifa scende in campo: "Stessa qualità, sicurezza ed

Equivalenti o generici: quello che i pazienti devono sapere”. Statement e

documento di domande e risposte

Rispondendo a un’esigenza sempre più sentita dai cittadini, l’Agenzia Italiana

del Farmaco rende disponibile un documento di approfondimento riguardante i

farmaci equivalenti.

I medicinali equivalenti sono guardati con diffidenza da molti pazienti, anche a

causa di informazioni spesso scorrette che si sono diffuse sulla loro presunta

minore qualità rispetto ai farmaci di marca (i cosiddetti medicinali “griffati”). Con questo

documento vengono forniti alcuni chiarimenti su aspetti di grande rilievo come iter

autorizzativo, composizione, eccipienti e, soprattutto, bioequivalenza utili a definire in maniera

esaustiva che un medicinale equivalente ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa

del medicinale di riferimento e rispetta i tre requisiti fondamentali necessari ad ogni medicinale

per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio: qualità, sicurezza ed efficacia.

Per una completa informazione leggere la documentazione in allegato:

Statement sui medicinali equivalenti

http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/statement_equivalenti_o__generici_3.pdf

Chi volesse approfondire questo argomento, potrà contattare il numero verde Farmaci-line

800-571661, mandare una e-mail al seguente indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., oppure inviare

un fax allo 06.5978.4807.

Documento di domande e risposte

http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/domande_e_risposte_equivalenti.pdf